CARCERE – PENALE

Detenuto con problemi psichiatrici: serve perizia per valutare l’incompatibilità col carcere
 

Pronunciandosi su un ricorso contro l’ordinanza del tribunale di sorveglianza che, nel confermare il provvedimento del magistrato di sorveglianza, respingeva la richiesta di un detenuto finalizzata ad ottenere, da un lato, il differimento della pena ovvero, in subordine, l’applicazione della misura della detenzione domiciliare, la Corte di Cassazione (sentenza 21 dicembre 2016, n. 54448) – nell’accogliere la tesi difensiva secondo cui sarebbe mancato un serio accertamento da parte del giudice del profilo psichiatrico del detenuto e della sua compatibilità con il regime carcerario -, ha ribadito il principio di diritto secondo cui sussiste l’obbligo per il magistrato di sorveglianza, a fronte di dati o documentazione clinica che giunga a divergenti conclusioni sulla compatibilità tra il quadro patologico ed il regime restrittivo di un detenuto, di approfondire la questione, ricorrendo all’ausilio specifico della perizia, ciò in ragione del livello squisitamente tecnico delle indagini medico-legali richieste. (Cassazione penale, sezione I, sentenza 21 dicembre 2016, n. 54448)
(Avv. Thomas Coppola)
Torna alla Home