Procedimento antimafia – misure di prevenzione

Mafie, ‘ndrangheta, Camorra ed altre forme di crimine organizzato hanno conquistato dal dopo guerra ad oggi gran parte dell’indotto economico […]

Pareri Legali Scritti - Coppola & Partners

Mafie, ‘ndrangheta, Camorra ed altre forme di crimine organizzato hanno conquistato dal dopo guerra ad oggi gran parte dell’indotto economico italiano. Una eldorado per boss ed imprenditori cerniera, che hanno fatto man bassa delle attività commerciali. Omicidi, agguati ,attentati e regolamenti di conti e stragi, sono stati spesso la genesi degli imperi economici criminali. 

Operazioni di riciclaggio in società cartiere o “spicciatrici” mascherate da finanziamenti soci. Indebite compensazioni di tributi che alimentano filiere criminali. Un modello di sviluppo perverso e malato simile a quello che si sviluppò negli Usa negli anni delle grandi migrazioni dopo il 1960 e stabilì il cosiddetto crimine americano. Grandi città, che paradossalmente, sono nate dal nulla e si sono sviluppate ed hanno creato posti di lavoro anche per il loro malaffare. 

Una logica perversa, che ha provocato negli anni successivi una spirale mortale e macerie sociali. 

Duecentodieci miliardi di euro che costituiscono più del 12% del Pil nazionale in Italia. L’economia criminale italiana ha da sempre sfidato le regole del commercio, dell’impresa e della società. Ha azzerato, desertificato, mortificato e scacciato la parte produttiva del welfare nel nostro Paese, come una malattia infettiva diventata ormai quasi incurabile. 

I moltiplicatori di guadagno delle attività illecite sono da capogiro, con numeri che si aggirano fra i 17,7 e i 33,7 miliardi di euro annui, che vede in cima alla classifica il narcotraffico che cuba guadagni per 7,7 miliardi di euro, a cui seguono le estorsioni che portano nelle tasche delle organizzazioni criminali 4,7 miliardi. In fondo alla classifica, secondo le statistiche della giudiziarie ci sono lo sfruttamento della prostituzione e la contraffazione che rappresentano che sviluppano proventi pari a 9,1 miliardi di euro. Anche se quello che sembra essere il reato che produce più guadagno è proprio l’evasione fiscale, che ammonta in Italia a 107 miliardi.

Oggi la misura della confisca allargata serve a contrastare anche questo grave fenomeno. 

Secondo uno studio condotto prima del nuovo millennio dal dipartimento di Economia e Commercio dell’Università di Messina sul “Modello Economico Criminale”, i reati fiscali sono quelli che nel Bel Paese vanno per la maggiore. Secondo le ricerche universitarie la criminalità, infatti predilige quei reati che portano enormi guadagni a fronte di un basso rischio “d’impresa” ovvero con pene basse, cristallizzazione lenta del reato da parte degli organi inquirenti rispetto a quando è stato commesso ed alta probabilità che questi arrivino alla prescrizione. 

Indagini, investigatori, giornalisti e tecnici del settore sempre più preparati ad affrontare le sfide del crimine che sta cambiando pelle. Non più solo “sbirri spaccaporte”, ma detective formati e preparati ad combattere un nemico silenzioso, invisibile, che pervade la quotidianità in ogni sua forma. 

I settori economico produttivi in Italia che sono maggiormente permeabili alle infiltrazionicriminali, sono quelli legati al terziario ed ai servizi. 

Aziende che hanno una gestione familiare e che non agiscono con reti d’ impresa delocalizzate in altre zone rispetto a dove hanno stabilito le sedi operative. 

Le cronache giudiziarie legate ai sequestri per riciclaggio ed altre forme delittuose, ci insegnano che ad esempio gli stabilimenti balneari e le società che gestiscono i parcheggi, i concessionari che vendono auto, attività legate alla logistica ed alla vendita di mano d’opera e le società che basano sulla new economy, gioco online e lotterie istantanee su server esteri sono quei comparti economici che più di altri sono appetibili da parte delle organizzazioni criminali organizzate. 

Quali contromisure sono state adottate in Italia per contrastare la fagocitazione dell’economia da parte delle Mafie alla luce della “New Economy” e del terrorismo? L’attenzione delle Procure e le lenti d’ ingrandimento degli investigatori passano sempre più al setaccio i patrimoni accumulati di probabile provenienza illecita. 

“Per combattere la Mafia – sostenevano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – bisogna seguire i flussi di denaro”. 

Già con l’ entrata in vigore della legge n. 646, del 13 settembre 1982, battezzata come “Rognoni-La Torre”, venne introdotto per la prima volta nel codice penale italiano il reato dell’ “Associazione di tipo mafioso” conosciuto come il 416 bis che contemplava le misure patrimoniali anche con il solo sospetto che le ricchezze provenissero da attività criminali o che queste ultime potessero alimentarle. 

Possiamo certamente dire, senza ombra di dubbio alcuno, che il sistema legislativo italiano della prevenzione antimafia è considerato tra i più funzionali e unici al mondo. 

Esso ha avuto la sua genesi giuridica nel 1982 ed è stato successivamente perfezionato fino ad arrivare alla stesura del “Codice Antimafia” ed alle norme che regolano la “Confisca Allargata” apprezzati oramai non più solo in ambito europeo, ma anche a livello mondiale come strumento di legislazione più avanzata ed efficace per il contrasto alla criminalità organizzata non solo di tipo mafioso ma anche economico finanziaria

Oggi più che mai, in un momento storico di congiunture economiche sfavorevoli e di un tessuto economico e imprenditoriale indebolito da deficit di riforme strutturali e dalla crisi economica soprattutto al Sud ora ancora più evidente con l’emergenza Covid-19 in corso che sta ulteriormente erodendo ed indebolendo gli asset economici e favorendo reati come l’usura e le estorsioni. 

Lidi balneari, locali notturni, aziende agricole ed edili, di food e di ristorazione, società finanziarie, opifici per la lavorazione di legname e di allevamento ittico, società operanti nel trasporto anche del cosiddetto “ultimo miglio”, siti internet domiciliati in paradisi fiscali, specializzati nelle vendita del gioco azzardo che operano nel nostro Paese, le attività economiche dove vengono oggi più frequentemente applicate le “Misure di Prevenzione” patrimoniali e personali. 

Si tratta di tipologie di attività economiche dove più che in altre, l’infiltrazione della criminalità organizzata porta gravi alterazioni nel sistema welfare – economico, ed infetta le dinamiche del libero mercato e della concorrenza con gli altri competitor. 

Le crisi economiche hanno sin dalla nascita della civiltà industriale, aumentato a livelli esponenziali il bisogno di liquidità delle imprese rendendole più inclini a ad essere bersaglio di estorsioni e ricatti criminali, rispetto a quelle attività che si espandono anche in altre regioni dove c’ è maggiore senso di legalità. 

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